giovedì 22 febbraio 2018




RECENSIONE FILM: 
MARVEL BLACK PANTHER







Pantera Nera è stato il primo supereroe africano, creato nel 1966 da Stan Lee e Jack Kirby sull’onda del movimento per la parità dei diritti: come sempre la Marvel è stata un’antesignana rispetto a tutte le altre case di fumetti.

In questo film il personaggio è stato attualizzato pur restando fedele allo spirito che ne è alla base, anche se poi non tutto ovviamente è tale e quale al fumetto, ma non è quello che cerco: l’importante è che rimanga inalterato lo spirito del personaggio, e qui ci siamo. 

Black Panther , alias T’Challa, è il sovrano del Wakanda, e deve i suoi poteri sia all’Erba a cuore che alla dea pantera Bast (avreno fatto un riferimento alla dea gatto egizia Bastet?... mumble),  più alla sua tuta di vibranio, minerale che si trova solo nella sua nazione situata nel cuore dell’Africa (per chi non lo sapesse la geografia del mondo Marvel è diversa da quella del mondo reale, e pure la chimica e la mineralogia, ndA); è quindi un capo sia politico che religioso. Nel film la genesi dell’eroe è un po’ differente e viene narrata all’inizio in breve, e meglio così perché non se ne può più di film in cui la prima ora è dedicata alla conoscenza del personaggio e all’acquisizione dei superpoteri, con conseguente addestramento; scopriamo però le peculiarità della sua nazione ricchissima e ipertecnologica , rigorosamente tenuta segreta al resto del mondo e chiusa allo straniero, nazione che nonostante la tecnologia e le ricchezze rimane ancorata ai riti tribali : T’Challa per essere re deve prestarsi a un combattimento rituale contro un rappresentante di una delle 5 tribù del regno. La sua ex fidanzata vorrebbe che il Wakanda si apirsse al mondo e iniziasse a aiutare i paesi più poveri dato che ne ha  la possibilità, ma T’Challa, come i suoi predecessori, non vuole assolutamente.

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Se fai entrare i profughi vuol dire portare i loro problemi qui da noi.” (T’Challa)
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I cattivi con cui deve vedersela nel film sono il cugino Killmonger (nel fumetto no è così ma vabbè)  che vuole il trono per via di faide familiari e il villain Klaw, che ha un artiglio sonico di vibranio. In aiuto del re arrivano l’ex agente CIA Ross, oltre che le sue fide guardie del corpo, le Dora Milaje, fighissime guerriere, e la sorellina ipertecnologica Shuri.



Il senso del film è chiaro, senza spoilerare troppo si arguisce l’attualissimo messaggio socio-economico che è il tema della storia.

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"Il saggio costruisce ponti, gli sciocchi costruiscono muri "(T'Challa)
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Come in ogni film Marvel c’è molta azione, battute divertenti e largo uso di CG, qui però un po’ scarsa: che siano al risparmio?...

Il cast è di alto livello: Forest Withaker nel ruolo dello sciamano , Angela Bassett nei panni della regina madre Ramonda (nei fumetti non è sua madre ma la seconda moglie del padre T’Chaka), Andy Serkis che fa Klaw e Martin Freeman nel ruolo dell’agente Ross. C’è anche Lupita Nyongo che interpreta la ex di T’Challa.. L’unico che proprio non mi è piaciuto per mancanza di carisma è proprio il protagonista, Chadwik Boseman, non prchè non sia bravo, ma è troppo comune per interpretare questo personaggio.

Bene la fotografia, il montaggio anche ma si poteva tagliare in alcuni punti per avere un maggior ritmo, due ore e un quarto sono troppe.
Un encomio particolare ai costumi , variopinti e molto etnici.
Doppio finale nei dopo i titoli di coda: nell’ultimo vediamo un altro tassello che condurrà a Infinity War, il mega crossover che uscirà il 25 aprile in Italia e in cui rivedremo Black Panther.

Giudizio finale: non il miglior film Marvel , ma ha un suo perché data la peculiarità del personaggio e merita una visione.

Le immagini sono copyright dei rispettivi autori e sono state inserite a puro scopo illustrativo.








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